UFFICI GIUDIZIARI: «I tribunali sono in tilt? Pagano i cittadini»

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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

«I tribunali sono in tilt? Pagano i cittadini»
Coro di consensi all`allarme del Procuratore Volpe
Cardínalí (Anm): siamo bloccati dalla politica

Carenze di organico. Prescrizione un problema in sé, ma anche spia di un un
sistema che non funziona. Da un lato gli sforzi a livello locale per fare funzionare la macchina. Dall`altro le scelte del governo che sembrano andare in direzione opposta.
Il risultato è che a Bari diventano «scandalosi i tempi con i quali si perviene alle sentenze». L`enorme sasso nello stagno lanciato dal Procuratore della Repubblica di Bari Giuseppe Volpe, con una lettera aperta scritta ai giornali (ne parliamo nelle pagine nazionali) ha provocato non poche reazioni.
«Che ci sia una carenza di organico non tanto dei togati quanto del personale amministrativo – premette l`avvocato Gaetano Sassanelli, presidente della Camera penale – è incontestabile. I cancellieri vanno in pensione ma non vengono rimpiazzati se non con atti estemporanei, tamponando dove si può senza che possano avere le necessarie competenze». Ma detto questo, c`è
altro. Il problema, a volte, va ricercato a monte di quell`«imbuto» descritto da Volpe, ovvero prima che i fascicoli arrivino davanti a un giudice. «Va evidenziato – prosegue Sassanelli – che alcune indagini sono elefantiache. A volte ci si compiace di puntare a istruire maxiprocessi che difficilmente si possono poi gestire. C`è troppa attenzione a processi “mediatici”. Se tutto
questo viene calato nel contesto in cui le carenze di fondo sono moltissime, diventa tutto più difficile».
Sulla prescrizione, poi, Sassanelli, chiarisce. «Gli avvocati non hanno alcuna responsabilità sugli effetti del decorso del tempo. Le istanze che provengono da noi congelano i termini. Il 75% delle prescrizioni, al livello nazionale,
matura nella fase delle indagini preliminari quando l`avvocato molto spesso non sa neanche che esiste un procedimento». Detto questo, «ben venga da parte del procuratore un grido d`allarme che dovrebbe indurre a
modificare tanti aspetti. Apprezziamo la finalità positiva della sua lettera, ma ribadiamo un principio: se l`attività giurisdizionale viene soffocata in aula, travolta dalla lotta contro il tempo per evitare la prescrizione, chi ci rimette è il cittadino».
L`intervento di Volpe è condiviso nella sua interezza dal presidente distrettuale dell`Anm, Ettore Cardinali. «È necessario ristabilire la verità.
Oltre alle questioni locali legate ad esempio all`edilizia, il lavoro di un magistrato ne risente se ci sono pochi cancellieri e se manca il personale amministrativo.
La verità è che da decenni la politica si è bloccata sulla giustizia e questo ha
comportato un aumento degli arretrati. Di recente, poi, sono stati introdotti ulteriori oneri su segreterie e cancellerie che hanno appesantito il lavoro da un punto di vista burocratico. Noi magistrati ogni 2-3 anni siamo in valutazione. Le riforme hanno burocratizzato l`attività del magistrato, ral-
lentando un lavoro non semplice e di grande responsabilità. La prescrizione diventa un epilogo scontato per la maggior parte dei processi. E a pagare sono i cittadini». «Non possiamo che condividere la lettera del procuratore Volpe», spiega Antonio Ventrelli, segretario provinciale funzione pubblica della Cgil. «Da tempo abbiamo denunciato la carenza di personale di tutti gli uffici della giustizia e sollecitiamo l`amministrazione a intervenire.
I carichi di lavoro sono ingenti, molto spesso il personale è costretto a fare
straordinari non retribuiti e a ricoprire mansioni diverse dalle loro solo per senso di responsabilità». La risposta è stata l`arrivo di personale della
Croce rossa italiana che «per formazione e professionalità nulla possono avere a che fare con la Giustizia – prosegue Ventrelli-. Difficile convertirli in compiti amministrativi e di responsabilità. Il personale attende da troppo tempo una riqualificazione professionale. Da anni, ormai, è demotivato». GIOVANNI LONGO