Tradotto in italiano il primo Codice civile cinese in vigore da gennaio

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Lo considerano uno strumento necessario per imprese e coloro che vogliono svolgere la loro attività in Cina. Perché con i suoi 1.260 articoli riunisce in un unico corpus le norme del diritto. Si tratta del Codice civile della Repubblica popolare cinese, approvato il 28 maggio 2020 e entrato in vigore il 1° gennaio 2021. In questi giorni l’uscita della prima traduzione ufficiale in italiano. A curarla (in libreria per Pacini giuridica a 24 euro) Oliviero Diliberto, preside della facoltà di Giurisprudenza dell’università La Sapienza di Roma (e in passato ministro della Giustizia) con Domenico Dursi e Antonio Masi (professore emerito di diritto privato), traduzione di Meiling Huang, «allieva cinese che si è formata a Roma e ordinaria di diritto romano in Cina», e introduzione di Diju Xu, preside della Zhongnan University of Economics and Law (Zuel) di Wuhan.

Un testo che segna «una svolta epocale», come sottolinea Oliviero Diliberto, che è docente di diritto romano alla Zuel perché «è il primo codice. Prima di questo c’erano singole leggi, ora si passa a un corpus unico. Il vantaggio della certezza e della organicità del diritto è epocale. In questo modo tu sai in anticipo la conseguenza di una tua azione». Codice che, alla luce della crescita dei rapporti commerciali con la repubblica orientale, diventa fondamentale.

Strutturato in sette libri, titoli, capi e 1.260 articoli, (l’attuale codificazione è la prima realmente vigente in Cina e rappresenta la conclusione di una gestazione iniziata con l’approvazione della legge sui principi generali del diritto civile del 1986 e proseguita con la promulgazione di leggi speciali sui diversi aspetti del diritto privato) il Codice civile cinese, giusto per fare un esempio, spazia dai “contratti” alla “responsabilità del prodotto”, continuando con la “responsabilità ambientale”, la “proprietà collettiva” e la “proprietà privata”, i “negozi giuridici”, la “manifestazione di volontà”.

Consultazione utile a giuristi e imprese

«Si tratta di uno strumento molto utile per i giuristi italiani per la conoscenza e del diritto ma anche per le imprese – aggiunge il preside di giurisprudenza -. Pensiamo a un operatore economico che può conoscere le regole del diritto commerciale e civile cinese».

Il lavoro tiene conto della tradizione culturale millenaria della Cina, e delle regole morali e del diritto romano. Un incrocio e ibridazione delle due tradizioni, «giuridica romana e millenaria cultura cinese – che, come sottolinea Diliberto – ha dato un prodotto che per un giurista e per un uomo colto è straordinario fascino intellettuale». I giorni scorsi la presentazione al Quirinale. «Con la rettrice Antonella Polimeni – conclude Diliberto – abbiamo consegnato la prima copia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella».

Articolo tratto da: https://amp24.ilsole24ore.com/