Sacconi: «Per gli autonomi una regolazione per il lavoro 4.0»

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L’anima del Ddl su autonomi e lavoro agile, approvato in prima lettura da palazzo Madama, è «la consapevolezza della responsabilità del risultato in ogni prestazione lavorativa, dipendente e indipendente», affiancata al riconoscimento della primaria tutela «dell’apprendimento continuo» per rendere tutti «più capaci di crescere nel mercato».

Il presidente della commissione Lavoro del Senato, e relatore del Ddl, Maurizio Sacconi, non ha dubbi: le nuove disposizioni «sono un passo avanti verso una regolazione più essenziale e coerente con la dimensione 4.0». Senatore, in che modo si promuove «maggiore capacità»? Intanto valorizzando il risultato. Siamo nella quarta rivoluzione industriale, e le relazioni di impiego si svolgono non più come mera esecuzione di ordini, ma sulla base di obiettivi, risultati e crescente autonomia. E in questo senso, c’è bisogno di un sistema coerente di tutele attive, a partire dal diritto alla formazione permanente attraverso qualsiasi canale formale e informale per dominare sempre i cambiamenti tecnologici e organizzativi. Così vanno lette le deduzioni sulle spese per aggiornarsi ? Esattamente. Il lavoro autonomo ha pagato molto le conseguenze della crisi. Perciò il Ddl individua forme di protezione che consentono ai professionisti di assorbire gli eventi negativi con l’obiettivo principale di rafforzarli nel mercato: penso alle maggiori protezioni nei rapporti contrattuali, agli investimenti detassati nella continua riqualificazione delle competenze, alla semplificazione degli oneri per la sicurezza, alla pulizia del reddito tassato da ogni costo di produzione, alla possibilità di partecipare, anche in forma associata, ai bandi di gara e alla stessa capacità di svolgere funzioni delle Pa in una logica sussidiaria.

Qui si coinvolgono le professioni ordinistiche… E ciò aiuterà a ridurre gli adempimenti a carico della Pa, e a semplificare l’attività delle imprese. Si potrà consentire a un avvocato di certificare molti atti di un processo, e architetti, ingegneri e geometri potranno anticipare atti concessori. Del resto, tutte le volte che sono state devolute alle professioni ordinistiche una serie di funzioni pubbliche la collettività ne ha sempre avuto un vantaggio: penso alla omologazione degli statuti societari, ora possibile anche ai notai. Prima bisognava aspettare i tempi lunghi del tribunale.

C’è anche un delega specifica sulle Casse di previdenza di diritto privato… Sì, le Casse potranno attivare anche prestazioni sociali, finanziate da apposita contribuzione, destinate agli iscritti che hanno subito una significativa riduzione del reddito professionale per ragioni non dipendenti dalla propria volontà o che siano stati colpiti da una grave patologia. Le professioni non ordinistiche beneficeranno invece delle nuove tutele in caso di malattia o gravidanza, mentre un ordine del giorno impegna il Governo a dare trasparenza alla gestione separata presso l’Inps nella prospettiva della totalizzazione di tutti i contributi, ovunque versati. Un’ultima domanda sullo smartworking: arriva una nuova nozione… Si incoraggia il lavoro agile attraverso una definizione ampia fondata sul perseguimento di obiettivi, rinviando all’accordo diretto tra datore di lavoro e lavoratore l’individuazione delle modalità specifiche, dall’orario flessibile al concreto accesso alle conoscenze. Abbiamo aggiunto un nuovo diritto, quello alla disconnessione, che consegue alle moderne tecnologie affinché la libertà non si trasformi mai in servitù permanente. Claudio Tucci