Legge elettorale “Rosatellum”, applicazione e criticità

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Legge elettorale – Rosatellum – pluricandidature – la scelta va ben oltre quello che l’elettore intende esprimere con il proprio voto

Il meccanismo di voto della legge elettorale è abbastanza semplice e si sostanzia nell’apposizione di un massimo di due segni per ogni scheda, che sarà uguale sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica.

Per esprimere un voto consapevole ad avviso dello scrivente è necessario comprendere cosa comporta l’apposizione di uno o due segni e come è necessario apporli, stante l’impossibilità di esercitare il voto disgiunto, a pena di annullamento.

Una delle precedenti Leggi elettorali – nota con il nome di “Porcellum” (!!!) era stata sanzionata dalla Corte Costituzionale perché non era possibile per l’elettore esprimere un voto consapevole rispetto alle persone che andava ad eleggere con il proprio voto, a causa delle “liste bloccate” e troppo lunghe.

Compito primario per il legislatore sarebbe dovuto essere quello di ristabilire in capo all’elettore il pieno diritto di esprimere in sede elettorale le preferenze per i propri rappresentanti.

Vediamo cosa accade nella legge elettorale Rosatellum, dove le liste sono sì corte, ma possiamo dire irragionevolmente corte: basti pensare che il massimo di candidati per i partiti sono 4 anche quando ci sono da eleggere ben 8 Parlamentari.

Le liste corte vanno messe in relazione con la circostanza che ogni candidato con il sistema plurinominale può avere fino a cinque pluricandidature, sistema che sentiamo chiamare dai nostri Rappresentanti come “paracadute”.

Il cittadino che si reca alle urne potrà esprimere il proprio voto attraverso l’apposizione di uno o due segni, a vantaggio di un solo raggruppamento di liste.

Esempio banale: quando ci si reca alle urne per eleggere il Sindaco è possibile votare per il candidato Sindaco di uno schieramento ed il consigliere di altro: questo non è assolutamente possibile per le elezioni politiche ove nel caso in cui si votino due schieramenti opposti si ha la certezza di vedere annullata la propria scheda.

Atto gravemente lesivo è quello che consiste nel fatto che quando un elettore sceglie di votare un solo soggetto o nel collegio uninominale o proporzionale esprime chiaramente una scelta che ha carattere negativo, quale quella di non votare altri candidati rispetto a quelli indicati.

Tale scelta non viene rispettata nella legge elettorale “rosatellum” posto che viene di fatto imposto all’elettore di scegliere altro soggetto ed il voto espresso solo all’uninominale (per esempio) viene trasferito al plurinominale, pur avendo l’elettore chiaramente scelto di non votare nessun altro.

Ad aggravare tale aspetto concorre la circostanza che la “scelta” è fatta alla cieca, posto che l’elettore non potrà sapere il risultato di ciascuna lista del collegio plurinominale in cui ha scelto di non esercitare il voto.

La mancanza della possibilità di esercitare il voto disgiunto è ancor più grave alla luce del quadro politico attuale, posto che viene imposto all’elettore che non trova gradito nessun candidato nella parte proporzionale di votare, di fatto, il partito più grande.

Del tutto privo di logica è anche il meccanismo per il quale i partiti che a livello nazionale superano l’1% dei voti concorreranno a formare la cifra complessiva della coalizione, ma se non superano il 3% di voti non eleggeranno alcun Deputato ed i loro voti verranno ripartiti proporzionalmente alle altre liste.

In sostanza si dice: hai scelto uno che non è forte abbastanza, allora “noi” premiamo il più forte; non ci sono argomenti logici per spiegare una scelta del genere.

Sicuramente questa sono norme contrarie alla Costituzione in quanto violano:

1) personalità del voto;

2) libertà del voto;

3) il principio di delega.

L’associazione “ATTUARE LA COSTITUZIONE” ha proposto il ricorso alla Corte Costituzionale per far valere queste ed altre violazioni dei diritti del Corpo Elettorale e qualunque sia la decisione che la Corte assumerà, rappresenterà un importante snodo per la Democrazia del “nostro” Paese.

Giuseppe LIBUTTI.

Avvocato in Roma