In Europa più professionisti ma redditi in diminuzione

poverta

TRATTO DA ANAI

La crisi economica non ha interrotto la crescita (numerica) del lavoro professionale in Europa che, secondo l’Ocse, tra il 2008 e il 2014, insieme ai servizi alle imprese, «ha fatto registrare un aumento di occupati del 28,3%». Ad avere, invece, ingranato la retromarcia, i guadagni: le entrate sono andate «costantemente diminuendo» per i giovani, ed anche per i più anziani, mentre le differenze nella capacità di generare reddito, che già prima dell’avvio della congiuntura negativa erano presenti, sono rimaste fisse. E lo scenario delineato nel rapporto che l’Adepp e la fondazione Eyu hanno stilato e presentato ieri a Bruxelles agli europarlamentari del gruppo S&D per riflettere sui mutamenti occupazionali ed evidenziare il supporto assistenziale delle Casse pensionistiche italiane. A fronte di circa 1,6 mm di persone che svolgono attività indipendenti («la punta avanzata e qualitativa del sistema lavoro autonomo italiano»), la platea risulta schiacciata su alcuni grandi ambiti, ossia gli affari legali e le funzioni esercitate dalle categorie di architetti, ingegneri e medici. Tuttavia, le performance finanziarie non sono lusinghiere per nessun comparto, come riscontrato dal più recente dossier dell’Adepp: fra il 2007 e il 2014 i redditi dei professionisti sono calati del «18,35%, per un valore medio di circa 28.000 euro», con esiti particolarmente nefasti per gli under 40, per le donne e per chi opera nel Meridione.

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