
I luoghi pubblici, reali o virtuali, sono ormai tutti presidiati da ottuse sentinelle che pretendono costantemente le più svariate parole d’ordine: documenti, numeri di telefono, indirizzi fisici o elettronici, passwords, codici di accesso. Il tutto, naturalmente, all’insegna della stupida e inesistente privacy. Ma ciò solo negli orari di apertura, scelti kafkianamente in modo da coincidere con i tempi di lavoro delle persone normali (Piergiorgio Odifreddi – Dizionario della stupidità).